La risposta, per quanto possa spaventare, è sì.
Non oggi, forse non domani, ma sì, un grande terremoto arriverà, perché lo dice chiaramente la storia sismica del nostro Paese.
L’Italia è una terra che vive e si muove. I forti terremoti fanno parte del nostro passato recente e remoto: L’Aquila 2009, Amatrice 2016, Irpinia 1980, Messina 1908, solo per citarne alcuni. No, non abbiamo dimenticato Norcia 2016 piuttosto che Friuli 1976 o Avezzano 1915, la lista sarebbe troppo lunga.
Il 6 marzo 2025 la IARESP, centro di ricerca precursori sismici,
celebra il suo decimo anniversario, un traguardo che segna
un decennio di impegno nella ricerca scientifica, nella divulgazione
e nella sensibilizzazione sulla previsione dei terremoti attraverso
lo studio dei precursori sismici.
Un decennio di ricerca e innovazione
Fondata con l’obiettivo di sviluppare e promuovere metodologie avanzate per il monitoraggio delle anomalie sismiche, la IARESP ha prodotto negli anni numerose pubblicazioni scientifiche, contribuendo in modo significativo al dibattito internazionale sulla sismologia e sulla previsione dei terremoti.
L'allunaggio degli astronauti dell'Apollo 11 nel 1969
ed i successivi cinque sbarchi fino al 1972 rappresentano
uno dei traguardi più significativi della storia dell'umanità
e la prima volta che l'uomo ha messo piede su un corpo
celeste diverso dalla Terra. Ci sono molte prove tecniche e
scientifiche che attestano l'effettiva realizzazione di questa
impresa.
di Massimo Zucchetti - MIT (Cambridge, USA) e Leonardo Nicolì - IARESP (AQ, Italy)
Ci sono molte prove tecniche e scientifiche che attestano l’effettiva realizzazione
di questa impresa.
Iniziamo la nostra analisi elencando alcune delle più rilevanti:
Costruzione di ponti in zone sismiche: il caso del Giappone.
Il ponte Akashi-Kaikyo colpito da un terremoto di Mw 7.3
durante la sua costruzione.
La costruzione di ponti in zone altamente sismiche, come il Giappone, è una sfida ingegneristica complessa, ma il paese ha sviluppato tecniche avanzate di ingegneria sismica per garantire la sicurezza e la stabilità delle infrastrutture anche durante terremoti molto potenti.
Da oggi i grafici delle stazioni Tellus di Pizzoli e Cagnano
Amiterno sono on-line visibili a tutti
Un importante passo nella divulgazione scientifica
I primi rilevamenti sono iniziati sette anni fa con l'accensione della stazione di Pizzoli, era il 24 agosto 2015. Centinaia di migliaia di dati ricevuti in continuo, un database importantissimo per lo studio dei segnali precursori.
Il 6 marzo 2015 partiva ufficialmente il progetto Tellus
con la costituzione della IARESP e solo qualche mese dopo,
l'apertura della prima stazione multiparametrica
Lo scopo del progetto Tellus è di rilevare le emissioni del gas radon222 in zone ad alta pericolosità sismica per individuare i segnali precursori che anticipano di ore o giorni i grandi terremoti.
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